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Prima e dopo la tricopigmentazione, le fasi principali

Tabella dei contenuti
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Cosa leggerò in questo articolo sulle fasi principali della tricopigmentazione, prima e dopo?

Un tricopigmentista esperto, per soddisfare le aspettative dei clienti, tiene sempre presente le fasi principali della tricopigmentazione, prima e dopo.
Difatti, affinché il trattamento dia un risultato eccellente bisogna avere cura di piccoli (ma importanti) dettagli prima, durante e dopo la trico.
Vediamoli insieme.

Prima del trattamento di tricopigmentazione

Il primo passo che generalmente tutti fanno prima di sottoporsi alla trico, è chiedere un primo consulto con il tricopigmentista.

La consulenza iniziale è forse il passaggio più importante. È in questo momento che il tricopigmentista può fornire tutte le informazioni utili al cliente, fare le giuste domande per stabilire se ci sono i presupposti per procedere con il trattamento (allergie particolari, uso di protesi, presenza di disturbi dermatologici come psoriasi o dermatite seborroica), fugare ogni dubbio del cliente (meglio la tricopigmentazione semipermanente o permanente?) e instaurare un rapporto di fiducia. 

Nel caso in cui la persona intenzionata a sottoporsi alla trico dovesse essere un soggetto ipersensibile o allergico, il tricopigmentista può effettuare un patch test preventivo per eliminare ogni rischio di reazione allergica. 

Quanto alle problematiche dermatologiche, se il cuoio capelluto si presenta con psoriasi non è possibile procedere con la trico: l’infiammazione tenderebbe a peggiorare. Mentre, in caso di dermatite o desquamazione, la scelta migliore è invitare la persona a sottoporsi ad una visita dermatologica e ritornare quando il cuoio capelluto, grazie alle opportune terapie, sarà in salute.

Fugato ogni dubbio, il tricopigmentista fissa l’appuntamento per la prima seduta e fornisce le istruzioni basilari da seguire prima del trattamento, come:

– rimuovere eventuali protesi dal cuoio capelluto e idratarlo nelle settimane precedenti il trattamento;

– evitare l’esposizione solare, il fumo e ridurre la caffeina nei giorni precedenti;

– lavare i capelli il giorno del trattamento per rimuovere eventuali residui di spray, gel o fibre di cheratina utilizzate in precedenza.

In condizioni ottimali, se la persona lo desidera il tricopigmentista può già durante la prima consulenza studiare e definire l’hair line in base alla morfologia del viso, scegliere la tecnica e il pigmento che meglio si adatta alle esigenze del cliente. Questo consentirà di ridurre i tempi della prima sessione.

Trico semipermanente vs trico permanente: come indirizzare il paziente verso la scelta giusta

Come detto sopra, una delle domande più frequenti che i tricopigmentisti ricevono è: “Meglio la tricopigmentazione permanente o semipermanente?

Durante il consulto iniziale, è fondamentale consigliare al meglio il proprio paziente in merito al tipo di tricopigmentazione da effettuare. È abbastanza frequente che i pazienti chiedano la trico permanente pensando che sia la migliore in quanto non necessiterebbe di ritocchi ed economicamente più vantaggiosa. 

Quando si parla di tricopigmentazione permanente o semipermanente si fa riferimento soprattutto alla durata dell’effetto nel tempo e  alla frequenza dei ritocchi necessari. 

Un tricopigmentista esperto conosce a fondo le differenze tra le due tipologie e sa valutare quando è possibile eseguire la trico permanente o quando è meglio optare per quella semipermanente.

In linea generale, se il paziente ha subìto una perdita totale dei capelli, non si trova in una condizione temporanea di diradamento ed è pienamente convinto di volere mantenere quel look sul lungo termine si tende più per la tricopigmentazione permanente. 

Mentre, se il paziente si trova in una situazione transitoria – come un diradamento parziale o un alopecia areata che potrebbe evolvere nel tempo, o semplicemente non è sicuro di voler mantenere lo stesso look tutta la vita – si opta per la trico semipermanente, che consente una maggiore flessibilità in quanto è possibile:

– iniziare con un effetto densità e nel tempo passare ad un effetto rasato;

– modificare l’hair line adattandola ai cambiamenti del viso con l’avanzare dell’età;

– attraverso i ritocchi previsti mantenere sempre un effetto vivo e naturale.

Illustrare i vantaggi e gli svantaggi di una tecnica in base alla situazione specifica dei pazienti fa parte del lavoro di tricopigmentista tanto quanto l’esecuzione del trattamento. 

Nel vivo della trico

Usando un ago specifico per tricopigmentazione – se ti sei perso il nostro articolo sugli aghi da trico puoi trovarlo qui – il tricopigmentista inietta nello strato più superficiale dello scalpo il pigmento creando dei micropunti che variano in dimensione e angolazione in base al look che si vuole ottenere.

Generalmente tutti i trattamenti di trico – effetto densità, effetto rasato, camouflage cicatrici – necessitano di 3 sedute della durata variabile da 1 a 3 ore in base all’area da trattare. 

Se durante la consulenza iniziale l’esperto ha avuto modo di definire tecnica e hairline, i tempi della prima seduta si riducono. 

La tricopigmentazione è considerata da tutti gli esperti un trattamento indolore. Ma, è anche vero che ogni persona ha una personale soglia del dolore.

Secondo le statistiche circa 1 paziente su 20 percepisce un leggero fastidio: in questo si potrà intervenire con una crema anestetizzante per migliorare il comfort del trattamento. 

Per mantenere invariato il risultato ottenuto, saranno necessarie delle sedute di mantenimento: 1-2 sedute nel primo anno e 1 l’anno nei successivi, secondo le necessità specifiche del paziente, in caso di trico semipermanente. Per i pazienti che, invece, si sono sottoposti alla trico permanente, possono decorrere anche 4 anni prima che sia necessario un ritocco.

In entrambi i casi, il tricopigmentista fornisce sempre dei consigli e delle raccomandazioni da seguire dopo il trattamento.

Raccomandazioni post tricopigmentazione

Trattandosi di un trattamento paramedicale non invasivo, dopo la tricopigmentazione il paziente può ritornare alla sua vita di tutti i giorni.

É importante, però, fornirgli  le giuste istruzioni post trico, utili per completare il processo di guarigione dello scalpo e ottenere un risultato soddisfacente, come:

  • evitare di lavare i capelli nei primi 3 giorni seguenti il trattamento;
  • evitare l’esposizione solare, esercizio fisico intenso e conseguente sudorazione durante i primi 10 giorni successivi al trattamento;
  • evitare sauna e bagno turco almeno per due settimane;
  • evitare di toccare o grattare lo scalpo durante il processo di guarigione.

Tricopigmentazione, prima e dopo. Come evitare rischi inutili

Se fai questo mestiere da un po’, sai bene che evitare qualsiasi effetto collaterale viene prima di tutto. 

La tricopigmentazione di per sé non ha particolari rischi, se non quelli derivano più che altro dall’inesperienza:

  • Look artificioso e poco armonioso;
  • Infezioni post trattamento causate dalla scarsa igiene e dall’uso di aghi non sterili;
  • Reazioni allergiche ai pigmenti usati.

Ma è possibile evitare i problemi seguendo dei piccoli accorgimenti:

  • Rispetta la dimensione e la profondità dei micropunti;
  • Usa i migliori strumenti per il tuo lavoro (in primis gli aghi) e rispetta le norme igienico-sanitarie;
  • Sottoponi i tuoi clienti più sensibili a patch test per evitare reazioni allergiche;
  • Scegli il pigmento giusto, non uno qualunque.

Ricordati che un paziente soddisfatto per risultato ottenuto è la migliore recensione che ci sia.

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